Lo zucchero bianco di uso comune nelle nostre cucine è entrato prepotentemente nelle nostre vite tanto da esser presente anche in alimenti non necessariamente dolci come ad esempio conserve e cibi in scatola, spesso il nostro organismo lo richiede.

Ma è veramente così fondamentale a livello nutrizionale? Perché allora spesso si sente dire che lo zucchero fa male?

Facciamo un po’ di chiarezza!

Qual è lo zucchero utile?

Il cervello e i muscoli per lavorare hanno anche bisogno di zuccheri da trasformare in “energia” ma quando parliamo di “zucchero utile” non stiamo parlando di zucchero bianco o zucchero raffinato.

Per essere così bianco, lo zucchero subisce numerosi trattamenti chimici che lo rendono privo di sali minerali e vitamine, è per questo motivo che per essere assimilato, il saccarosio prende direttamente dal nostro corpo vitamine e sali minerali, come ad esempio il calcio.

Quali sono le caratteristiche dello zucchero bianco?

Lo zucchero bianco raffinato è una sostanza che crea una forte acidificazione del sangue, costringendo il nostro organismo ad attingere alle proprie riserve di sali minerali per mantenere il Ph ad un livello accettabile.

Le conseguenze di ciò sono varie, e possono portare ad esempio alle carie dentarie.

Quali sono le conseguenze di un utilizzo eccessivo dello zucchero raffinato?

Le ripercussioni dell’eccessivo uso di zucchero lo vediamo anche a livello del Sistema Nervoso in quanto favorisce eccitazione ed euforia è quindi importantissimo ricordarsi di limitare il più possibile l’uso di cibi zuccherati nei bambini in generale ma specialmente la sera.

Un consumo eccessivo di zucchero raffinato ci rende quindi irritabili, agitati e aggressivi ma non solo, gli zuccheri semplici intasano il principale metabolismo delle cellule, noto come ciclo di Krebs.

Questo comporta l’accumulo degli zuccheri sotto forma di grasso, e quindi obesità, che nell’uomo è principalmente addominale mentre nella donna si verifica più a livello di cosce e glutei.

L’accumulo di grasso, specialmente se addominale, porta ad un incremento del rischio di eventi cardio-vascolari e diabete.

Lo zucchero di canna integrale come possibile alternativa all’assunzione di zucchero bianco

Possiamo in qualche modo sostituire lo zucchero bianco presente sulle nostre tavole con qualcosa di buono, utile e non nocivo.
Le soluzioni sono differenti resta comunque importante come sempre non abusare ma utilizzare le giuste quantità utili alla funzionalità del nostro organismo.

In prima linea c’è lo zucchero di canna integrale che contiene una minore percentuale di saccarosio rispetto allo zucchero normale ed è più ricco di nutrienti: deriva dalla canna da zucchero, ovvero Saccharum officinarum in botanica, una pianta tropicale della famiglia delle Poaceae, con midollo molto dolce e succoso: si pensi che ben il 14% del suo fusto è costituito da sostanze zuccherine.

Si tratta di una pianta principalmente coltivata in America centrale e meridionale, ma anche in isole come Mauritius e Barbados, la cui popolazione è spesso sottoposta a dure leggi di mercato per la produzione dello stesso.

Per questo, lo zucchero di canna integrale, si trova spesso tra i prodotti del commercio equo e solidale e, rispetto allo zucchero tradizionale, ha un costo leggermente più elevato.

Il suo colore è scuro, i granelli sono piccoli e irregolari, con una consistenza morbida e un odore particolare e intenso, le sue proprietà sono migliori rispetto allo zucchero bianco di barbabietola.

Come si produce lo zucchero di canna?

Per produrre lo zucchero di canna integrale, la canna da zucchero viene tagliata, eliminate le foglie con il machete (per questo è richiesta molta mano d’opera) e poi spremuta e il succo (uno sciroppo chiamato melassa che contiene fino al 15% di saccarosio) così ottenuto viene concentrato tramite ebollizione.

Questo succo viene quindi essiccato in panetti (da cui il termine panela, uno dei tipi di zucchero integrale di canna), grattugiato oppure asciugato e mescolato (il tipo mascobado appunto che viene mischiato e scosso) fino alla frantumazione in granelli.

Diversamente, quindi, dallo zucchero bianco comune, spesso ottenuto dalla barbabietola, non dalla canna, lo zucchero integrale non subisce (o subisce parzialmente) la raffinazione chimica.

Quali sono i valori nutrizionali dello zucchero di canna integrale?

Ha un ottimo valore energetico, apporto di sali minerali (magnesio, fosforo, fluoro, zinco) e vitamine (vitamina A e vitamina C e alcune del gruppo B) di cui è fortemente carente lo zucchero bianco.

L’indice glicemico e insulemico è più basso perché è poco raffinato. Non essendo raffinato chimicamente, lo zucchero di canna integrale viene quindi considerato più sano rispetto agli altri tipi di zucchero. Conserva infatti maggiori nutrienti e ha un sapore molto più intenso e caratteristico.

Attenzione a non confondere lo zucchero di canna integrale con il normale zucchero di canna o grezzo: quest’ultimo ha infatti granelli grossi e regolari, raffinati e poi colorati artificialmente con caramello E150c, un colorante artificiale, o con melassa.

Le virtù del miele

Altro sostitutivo dello zucchero bianco è il miele, molti credono che lo zucchero e il miele siano nutrienti allo stesso modo.

Eppure il secondo ha molte virtù che allo zucchero mancano.

Una delle più importanti funzioni di questo alimento è quella antibatterica e antibiotica. A seconda del tipo di miele cambiano anche le proprietà terapeutiche: il miele di acacia agisce positivamente sull’apparato digerente, il miele di bosco è indicato negli stati influenzali, il miele di arancio ha proprietà cicatrizzanti, il miele di girasole è antinevralgico, febbrifugo, consigliato contro il colesterolo. Ancora, il miele di erica è ad azione antireumatica, antianemica, il miele di tiglio seda i dolori mestruali, è calmante, diuretico e digestivo.

Le alternative del succo d’agave e della stevia

Per coloro che soffrono di diabete il succo d’agave si è dimostrato un ottimo dolcificante, perché non altera il sapore di bevande o caffè, e possiede un bassissimo indice glicemico. Questo significa che farne uso non aumenterà la produzione di insulina e quindi non altererà i valori degli zuccheri nel sangue.

Il succo d’agave svolge un’azione remineralizzante, in quanto contiene una grande quantità di calcio, magnesio, potassio e ferro; e nonostante sia composto per circa il 90% da fruttosio (il cui carboidrato principale è l’insulina) mantiene un indice glicemico più basso di altri zuccheri, nonché del miele stesso.

Questo significa che la velocità con cui lo sciroppo d’agave ingerito va ad aumentare il livello di glucosio, risulta essere la più bassa tra i dolcificanti naturali, dopo la stevia. Questo significa che non aumenterà la produzione di insulina per chi soffre di diabete.

Inoltre per il suo basso contenuto calorico è il dolcificante naturale, ideale nelle diete ipocaloriche, per le persone che stanno cercando di perdere qualche chilo e per i bambini, vista la quantità di preziosi nutrienti.

Per quanto riguarda la stevia, è fonte di fibre, carboidrati, vitamine (A e C) e sali minerali (zinco, ferro, fosforo e potassio).

Pur essendo priva di calorie, il suo potere dolcificante è trecento volte più alto di quello del classico zucchero bianco.

Per questo motivo, può essere usata da chi soffre di diabete e non provoca carie dentali.

Grazie all’alto contenuto di antiossidanti, combatte i radicali liberi e rallenta l’invecchiamento cellulare. Inoltre, le fibre la rendono un ottimo lassativo e digestivo naturale.

Infine, è utilizzata per trattare disturbi cutanei come dermatiti, eczemi e acne, in quanto ha proprietà antibatteriche.

Molte persone si chiedono se la stevia fa male come i dolcificanti artificiali. La risposta è no: recenti studi hanno smentito che possa essere cancerogena, come dimostra il fatto che l’Unione Europea ne ha approvato il commercio e l’utilizzo. Tuttavia, non è priva di effetti collaterali. Un consumo eccessivo, infatti, può avere effetto lassativo e provocare cali di pressione.

La stevia è venduta in foglie essiccate, polvere o sotto forma di dolcificante liquido. Quest’ultimo è il più adatto per dolcificare bevande calde e fredde, marmellate, sciroppi e dolci da forno. In genere, 40 grammi di stevia corrispondono a circa 100 grammi di zucchero. Sappiate, però, che il suo sapore non è uguale a quello dello zucchero, anzi, ricorda vagamente quello della liquirizia e potrebbe non piacere a tutti.